lunedì 31 marzo 2025

Recensione: "Tatà" di Valérie Perrin

Tatà 
di Valérie Perrin

Editore: Edizioni e/o
Pagine: 597
Prezzo: 21,00

Voto: 3/5


TramaAgnès non crede alle sue orecchie quando viene a sapere del decesso della zia. Non è possibile, la zia Colette è morta tre anni prima, riposa al cimitero di Gueugnon, c’è il suo nome sulla lapide... In quanto parente più prossima tocca ad Agnès andare a riconoscere il cadavere, e non c’è dubbio, si tratta proprio della zia Colette. Ma allora chi c’è nella sua tomba? E perché per tre anni Colette ha fatto credere a tutti di essere morta? È l’inizio di un’indagine a ritroso nel tempo. Grazie a vecchi amici, testimonianze inaspettate e una misteriosa valigia piena di audiocassette, Agnès ricostruisce la storia di una famiglia, la sua, in cui il destino dei componenti è legato in maniera indissolubile a un circo degli orrori, all’unica sopravvissuta di una famiglia ebrea deportata e sterminata dai nazisti, alle vicende di un celebre pianista e a quelle di un assassino senza scrupoli, alle subdole manovre di un insospettabile pedofilo e al tifo sfegatato per la locale squadra di calcio, il FC Gueugnon. Sulla scia di Cambiare l’acqua ai fiori e Tre, Valérie Perrin ci trascina in un intreccio di storie, personaggi e colpi di scena raccontati nel suo stile fatto di ironia, delicatezza e profondità.



Di questo libro penso mi abbia fregato l'aspettativa alta che riponevo. 
Capiamoci non è stato un brutto libro, ha tutte le carte in regola per essere vincente, ma quando l'autrice ti fa innamorare di sé con un libro, nel mio caso Cambiare l'acqua ai fiori, tu cercherai sempre nei suoi libri futuri quella passione, quell'emozione, quell'intensità che ti ha fatto provare con quel determinato libro. E quando purtroppo non succede perché giustamente le storie sono diverse o lo stile dell'autrice stessa si evolve ecco che ci appare in ombra quel libro. Ed è ciò che è successo a me con Tatà che comunque per avere una mole di 597 l'ho letto velocemente.

Agnès Septembre sta vivendo un brutto periodo della sua vita, il divorzio dell'amato e traditore marito, una battuta d'arresto alla sua scrittura di film come regista e adesso riceve pure una chiamata dalla Polizia di Gueugnon in cui la informano che sua zia Colette è morta. Ma sua zia Colette è morta 3 anni prima, come fa ad essere rimorta!? E se davvero lo è adesso chi hanno seppellito nella sua bara e fatto il funerale 3 anni prima?! 
Così parte per Gueugnon paesino delle sue estati d'infanzia trascorse da questa zia un po' burbera, silenziosa che fa da tutta una vita la calzolaia e ama svisceratamente la squadra di calcio del FC Gueugnon, di cui conosce vita morte e miracoli ed era pure amica dei giocatori stessi

A Gueugnon Agnès ritrova amicizie messe in stand by da anni, ritrova la sua infanzia, ritrova il suo passato e il passato di Tatà, il passato dei suoi genitori, amori segreti nascosti, e rivelazioni inaspettate che in qualche modo andranno anche a curare un po' il suo cuore dolorante e a "consolare" la sua anima. 

Detta così vi chiederete perché infondo io non abbia amato questo libro... credo che lo stile sia troppo asciutto, reso tale dal fatto che la scrittrice ha imposto la narrazione stile diario anche se definirlo tale è errato,  manca quell'emozione o per lo meno non l'ho percepita io se c'è. 

Non vi do troppi altri dettagli in quanto vi farei perdere la "sorpresa" di leggerli dalla metà in poi del libro forse anche un po' più in là, che è la parte che più scorre e più coinvolge a mio avviso. 

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