mercoledì 6 marzo 2024

Chi ben comincia...

Il Caffè della Luna Piena 
di Mai Mochizuki


Il Caffè della Luna Piena non occupa un luogo fisso. 
Capriccioso, cambia continuamente indirizzo, comparendo ora in una famigliare via commerciale, ora nella stazione d'arrivo del treno, ora sulle quiete sponde di un fiume. 
Qui non puoi ordinare. Siamo noi a offrirti dolci, cibi e bevande messi da parte apposta per te. 
<<Forse stai sognando>> dice sorridente il grande gatto tigrato che mi è apparso davanti agli occhi.


domenica 25 febbraio 2024

WWW Wednesday #1

Primo appuntamento per l'anno 2024, sperando sempre nella mia costanza e nelle letture, con la rubrica www Wednesday ci facciamo un recap settimanale delle letture fatte, in corso e da fare.



Cosa ho finito di leggere?

Ho terminato l'ascolto in audiolibro di Il metodo del coccodrillo di Maurizio Di Giovanni letto da Peppe Servillo primo libro della serie dei Bastardi di Pizzofalcone incentrato sul commissario Lojacono e il secondo I bastardi di Pizzo falcone
Complice l'attesa dal fisioterapista ho terminato a lettura cartacea di Andromeda di Gianluca Morozzi che mi portavo in giro da un po' per mancanza di tempo e devo dire che mi ha soddisfatta purtroppo solo a metà. 




Cosa sto leggendo?

Sto ascoltando Buio. I bastardi di Pizzo falcone il terzo volume della serie e in cartaceo ho iniziato La figlia della regina delle sirene di Kathy Hays, secondo volume della dilogia. 




Cosa leggerò?

Aaah ho l'imbarazzo della scelta che, negli ultimi tempi ho preso parecchi libri nuovi e giusto ieri ho fatto una capatina al mercatino dell'usato, probabilmente mi butterò su quello di Mauro Corona, ma chissà cambio idea ogni volta che guardo la libreria... XD

E voi cosa avete letto, state leggendo e leggerete? 

giovedì 8 febbraio 2024

Chi ben comincia...

Altra settimana altro incipit per scoprire nuove letture! Questa volta voglio leggere insieme a voi l'incipit di un thriller che ho comprato qualche mese fa, forse dicembre, di cui ne ho sentito parlare super bene e devo dire che questo prologo farà venir anche a voi voglia di mettervi comodi e proseguire.




Il bambino correva lungo il margine della strada, come un animale in fuga nella notte. All'uomo sull'auto ricordò la celebre fotografia di Kim, la bambina vietnamita che scappava disperatamente mentre il napalm le bruciava la schiena. Ma quella era la strada regionale 74, detta la Maremmana, che in quel tratto lambiva l'altura aspra di un paese chiamato Sorano, con le luci che baluginavano nel buio, e attraversava la campagna grossetana che si estendeva intorno. 
L'uomo si accertò che nessuno stesse sopraggiungendo le sue spalle e rallentò con cautela, accostando la Toyota Highlander a ridosso della parete collinare. A parte i suoi fari, nessun'altra luce illuminava la zona. Il bambino continuò la corsa e scomparve oltre la curva che l'automobilista s'era appena lasciato alle spalle. L'uomo scese dall'alto e lo seguì. Non aveva avuto il tempo di prendere il giubbotto giallo in dotazione e pregò che non arrivassero altre macchine. In quel punto la regionale si stringeva e un'auto che fosse sbucata all'improvviso dal tornante oltre il quale era sparito il ragazzino non avrebbe fatto in tempo a frenare. 
Il bambino sembrava davvero terrorizzato e l'uomo aveva paura che urlando lo avrebbe spaventato ancora di più, magari spingendolo a rientrare nella boscaglia e a scomparire in quell'intrico vegetale. Là dentro non lo avrebbe più ripescato. 
Il ragazzino doveva essere esausto. Lo raggiunse in pochi minuti e lo bloccò. <<Fermati!>> rantoló. Non fece in tempo a sorprendersi per la magrezza e il braccio nudo e gelido che aveva afferrato, che il bambino si girò e gli azzanò la mano. L'uomo gridò per il dolore, ma represse l'istinto e allontanarlo. Lo abbracciò, invece, cercando di arginare il vortice di calci e pugni, e sussurrò: <<Fermati, stai calmo, per favore. Voglio aiutarti. Voglio solo aiutarti.>> 
Il bambino gridò frasi incomprensibili. Roteò gli occhi, poi svenne tra le sue braccia. 
Solo in quel momento si fermò una seconda auto che inchiodò entrambi con un paio di spietati abbaglianti. L'uomo restò immobile immaginando l'effetto di quella scena per l'automobilista che lo stava illuminando. Uno sconosciuto grande e grosso che stringeva a sè il corpo esanime di un bambino di dieci, dodici anni, completamente nudo.

lunedì 5 febbraio 2024

Recensione: "La taverna degli assassini" di Marcello Simoni

La taverna degli assassini
di Marcello Simoni

Editore: Newton Compton Editore
Pagine: 224
Prezzo: 9.90

TramaAnno del Signore 1793. Granducato di Toscana. Un castello fondato su un'antica abbazia, un cadavere avvolto nei tralci di una grande vite. Sotto le luci di un'alba invernale, i vitigni innevati del barone Calendimarca si rivelano teatro di un omicidio. Non solo un enigma inspiegabile, ma anche un'onta per il casato del nobiluomo. Vitale Federici, insieme al suo devoto discepolo Bernardo della Vipera, si ritroverà a investigare su un delitto i cui moventi sembrano affondare nell'antica tradizione vinicola della famiglia baronale, e nella sua cantina sotterranea che, simile a una biblioteca, pare celare un indizio sull'identità dell'assassino. Riuscirà Vitale a fare luce su questo caso, in cui ambizione, inganno e antiche passioni si intrecciano in un mistero forse impossibile da decifrare?

Voto: 3/5




Questo libro è stato il primo acquisto dell'anno e la prima lettura. 
Di questo autore non ho letto altro ma visto il piccolo prezzo e visto che la trama mi
ha catturata, oltre alla copertina super carina che come sempre mi convince nell'acquisto.

Diciamo che si legge in un soffio! Capitoli brevi e scrittura grande per far numero di pagine sono un colpo vincente se anche voi considerate essenziali questi elementi in periodi in cui avete poco tempo e non volete il tomone, io ero a casa con la febbre e poca concentrazione.

Sulla copertina c'è scritto vincitore del premio bancarella, beh signori non so che criteri abbiano per premiare ma non lo considererei proprio un capolavoro di giallo, di intrattenimento basico, con pochi personaggi e un intrigo molto leggero si, ambientato nel 1793 nel granducato di Toscana, con quella scrittura e quella parlata un po' da stile antico del tempo.

L'investigatore Vitale Federici viene chiamato con discrezione dal barone di Calendimarca perché nel suo vitigno si è ritrovato un uomo morto avviluppato tra i tralci e pare sia l'agente di commercio del barone, Villafranchi di cui non si avevano notizie da un po'. 

Vitale Federici accompagnato dal suo protetto della famiglia della Vipera, cercheranno di capire chi è stato, ma è una corsa contro il tempo e l'assassino che cerca di ucciderlo avvelenandolo alla prima cena. 
Chi vorrà impedirgli di scoprirlo?

Una lettura il cui stile di scrittura non mi ha fatta impazzire e nonostante io abbia intuito parte del colpevole qualche colpo di scena lo regala, infondo io sono tonda nel capire chi sia l'assassino e il movente quindi per qualcuno di voi poteva essere palese, non saprei. 

Ve lo consiglio? Ni. 
Se cercate un libro corto e scorrevole e frivolo da leggere in un giorno si, se cercate un trama sostanziosa e dei personaggi con un certo spessore, allora vi deluderà un po'. 

sabato 3 febbraio 2024

Frasi da: " Dentro soffia il vento" di Francesca Diotallevi

No, io non volevo guarire. Io volevo tenermelo dentro quel fratello che non avevo saputo proteggere, che non avevo potuto strappare via dalla morte, come lui aveva fatto con me punto quel fratello che non aveva tomba né fiori; che non avrebbe avuto un posto, nel mondo, dove chi aveva armato potesse ricordarlo, piangere per lui. Così non le sprecavo, quelle lacrime. Le custodivo come custodivo il dolore che avevo dentro, l'unico sentimento che sembrava darmi ancora la capacità di definirmi umano.

Dentro quelle lettere c'erano più parole di quelle che avevo pronunciato in tutta la vita. Le tenevo sotto il materasso, senza trovare la forza di consegnarle alla persona cui erano indirizzate, senza riuscire a gettarle nel camino. Dormivo sulle cose non dette che mio fratello aveva scarabocchiato dal fondo di quei buchi di fango che i soldati chiamavano trincee.

Per questa nuovi libri: rendevano Le persone migliori. A volte le salvavano.

<<Dio, bambina mia, non è qui punto Dio è la Montagna che ci tiene al sicuro, pur esponendoci a tanti pericoli. E l'acqua e il cibo che ci permettono di vivere, il fuoco che ci scalda punto Dio è la pioggia che bagna i campi e il sole che scioglie la neve. Dio è nei dettagli, figlia mia.>>

<<Non lasciare che qualcuno ti dica in cosa credere, ragiona con la tua testa, segui l'istinto. Nessuno dovrà importi chiamare. L'amore non si insegna, è l'unica cosa che non posso spiegarti. Non posso dirti quali battaglie combattere, dovrsi capirlo da sola e non sarà facile. L'amore non lo è mai, richiede coraggio e tenacia. Non si sceglie, è sempre lui che sceglie te.>>

La storia era piena di errori commessi da uomini che avevano dato più credito alle credenze popolari che all'intelletto.

L'amore sa essere oscuro e confuso. Un labirinto tortuoso in cui viene smarrita ogni razionalità.

<<Sono tuo, tuo punto ogni pezzo della mia pelle ti appartiene, ogni ferita, ogni goccia di sangue.>>

<<Rafhaël era un fratello punto era la mia famiglia. Con te è diverso, tu sei il veleno che mi soffia dentro, sei colui che muove i miei passi. Se sparissi in questo momento, sparirai con te.>>

Credevo di odiarla, per avermi salvato sottraendomi alla montagna, che era l'unica cosa che amavo; ma non era vero: amo lei più di qualsiasi altra cosa. Lei che aveva guardato dentro di me e si era lasciata guardare dentro. Lei, che della montagna aveva la stessa imperiosa tenacia e quella limpidezza che era propria del ghiaccio e dell'acqua di fonte.

La scelta che compiamo, ogni decisione che prendiamo comporta un prezzo da pagare

È stato amore a prima vista, quello che ti piega le ginocchia, che non ti lascia scampo. 
In questa storia non sono altro che uno spettatore. Forse il merito di avervi fatto incontrare, null'altro. Sono patetico, lo riconosco. Siedo quaggiù, in questa fossa che forse diventerà la mia tomba, tra compagni che magari domani saranno morti. Non credevo che il mondo sapesse essere tanto crudele, che potesse strapparti di dosso ogni gioia e sputarla ai tuoi piedi. Quello che mi avvilisce, che mi demoralizza, è vedere morire così inutilmente. Non siamo altro che pezzi di carne da macello. La patria è soltanto un'illusione. 
Perdonami se queste parole sono così crude, così colme di sconforto. Vorrei stracciare il foglio, poi penso che non leggerai mai queste mie lettere, e allora mi concedo uno sfogo che non è altro che un urlo silenzioso lanciato verso stelle che non posso vedere, ma che da qualche parte, in un cielo che non si è ancora capovolto, esistono ancora. Così come esisti tu. 
È l'unica cosa che mi dona sollievo: sapere che esisti. 
Sei ciò che rende questo mondo migliore, Fiamma.

Fiamma, lasciarti andare la cosa più difficile che io abbia mai fatto. Più difficile di questa guerra, che il confine ultimo della mia vita. 
Se chiudo gli occhi, mi sembra di sentire la brezza della valle che spira sui prati e sulle rocce rugginose, nella selva di larici rossi e tra le betulle. Le montagne si stagliano contro il crepuscolo. Il bosco è già al buio, ma su ai pascoli arriva ancora l'ultimo sole e fa caldo; mentre noi, quaggiù, avvolti dall'ombra, iniziamo ad avere freddo. Scende la notte e il cielo si accende di stelle, e sono tanto luminose da lasciarti ammutolito. E non ci pensi, non ancora, che non siamo altro che una manciata di biglie lanciata nell'infinito. Scintille fragili e palpitanti che illuminano un mondo troppo buio. 
E ci sei tu, che non smetti di sorridere. 
Addio, amica mia, mio unico amore.

Vai da lei, Yann. Amala, proteggila, lascia che si prenda cura di te. 
Lei sola può sanare le tue ferite, quelle che ti porti dentro e addosso da quella notte. Le hai permesso di ricucire la tua pelle, permettile anche di rimettere insieme la tua anima. 
Non è colpe per quello che è successo, la montagna sa essere crudele, come la vita. Pensavi di conoscerla, ma non si conosce mai davvero ciò che si ama, lo si può solo amare.

Vivi la vita che avrei voluto vivere. Ogni istante, ogni suo sorriso.

Lo odiavo e, allo stesso tempo, Sentivo di non averlo mai amato così profondamente.

L'amore è il più complicato dei sentimenti. Il più meschino e, lo stesso tempo, il più coraggioso.

<< Non ne ho nemmeno adesso, tranne una: non siamo soli in questa vita. Siamo sempre parte di qualcosa, ed è quel qualcosa che spesso ci salva, anche da noi stessi.>>

<<Ti devo molto, Fiamma: con poche parole mi ha insegnato più di quando io siai riuscito a imparare e anni di studio. Dio è nei dettagli. L'ho capito qui, tra queste montagne che solo meravigliose e terribili. L'ho capito tra gente semplice che vive con poche risposte, ma sa farsi le domande giuste. Ora lascia che anche io ti insegni qualcosa che ho imparato sulla mia pelle: fuggire non serve a nulla. La vita troverà comunque il modo di raggiungerti, e le cose è meglio affrontarle di petto che vedersele sbucare dalle spalle. Credimi.>>

<<È vero, ti ho tenuta lontana da me. Dal mio cuore no, quello mai. Io ti amo. Le lettere le ho tenute nascoste perché avevo paura.>> 
<<Paura di cosa?>> 
<<Che amassi lui molto più di quanto ami me.>> Chiusi gli occhi. Sentivo il suo amore premere contro le mie difese, voleva entrare e appropriarsi di uno spazio che era suo, che era sempre stato soltanto suo. Io, però, non mi fidavo più di lui.
<< Mi hai fatto male, Yann, più di quanto tu possa immaginare.>>
Lui passò la guancia sul mio cuore, sentivo il suo respiro a sfiorarmi la pelle.
<<Non ti sto chiedendo di perdonare il mio egoismo. Resta con me, però. Odiami, ma resta con me. Disprezzami ogni giorno della tua vita, ma resta con me. Sposami, Fiamma. O non sposarmi, se non vuoi, ma resta con me. Non lasciarmi. Mai.>>

giovedì 1 febbraio 2024

Chi ben comincia...

Ho pensato molto a cosa proporvi e perché non il libro di Gianluca Morozzi, che per me è sempre una garanzia, che ho in lettura in questo momento?! Attenzione crea dipendenza fin dalle prime pagine!


Andromeda
di Gianluca Morozzi
Sai come finirà questa storia? 
Ti taglierò a pezzi, Dimitri. 
Ecco come finirà. 

Ti taglierò a pezzi perché dimostrerai, per l'ennesima volta nella tua inutile vita, di essere stupido. Di essere talmente stupido da non riuscire a fare l'unica cosa che ti salverebbe da un triste futuro da tronco umano. 
Non ti ucciderò, te lo assicuro. Sarebbe troppo facile e risolutivo. 
Forse vorrei essere morto quando avrò finito. Ma non avrai questo regalo. 
Però sarò leale. Ti darò una possibilità. 
Dovrai scandire solo poche sillabe. E io, te lo prometto, ti lascerò libero senza farti nulla. 
Riuscirai a portare a termine questa semplice missione, Dimitri? 

Ma no non ci riuscirai. Già lo so. 
Potrei cominciare a mutilarti già adesso, per questo sono sicuro del tuo fallimento.
Invece l'ho promesso: sarò leale. 
E allora proviamoci. 
Proviamoci, adesso che siamo soli in questa villa, io e te. 

Pronuncia il mio nome, Dimitri. 
Pronuncia il mio nome.

mercoledì 31 gennaio 2024

Recensione: "I chiostri di New York" di Katy Hays

I chiostri di New York
di Katy Hays

Editore: Rizzoli
Pagine: 360
Prezzo: 18,00

TramaPer Ann Stilwell passare l’estate a lavorare per il Metropolitan Museum of Art di New York è un sogno che si avvera. Ma il destino scompagina i suoi piani quando per un disguido si vede assegnata a una sede distaccata del Met: il Cloisters, una serie labirintica di chiostri spagnoli ricostruiti lungo le rive dell’Hudson, rinomato per la sua collezione di arte medievale e per un giardino ricco di piante medicinali. La giovane studentessa trova ad accoglierla Patrick Roland, l’eccentrico direttore del museo, e Rachel Mondray, la sua magnetica e ricchissima assistente. Da subito i due la coinvolgono nelle loro ricerche sulla storia della divinazione, e Ann sembra disposta a tutto pur di entrare nelle loro grazie. Ma tra gli incunaboli della biblioteca, mentre la curiosità accademica muta pian piano in ossessione, Ann scoprirà qualcosa capace di incrinare gli equilibri: un mazzo di tarocchi italiani risalente al Quattrocento, da secoli ritenuto perduto, in grado, secondo Patrick, di aprire una visione sul futuro a chi sa leggerlo. Mentre segreti e mire personali trascinano i tre studiosi in un gioco mortale di seduzioni e prevaricazione, Ann dovrà fare una scelta: credere in un destino già scritto o diventarne l’unica artefice.

Voto: 2/5




Anno nuovo recensione nuova, devo dire che in base ai miei soliti standard sono passati solo due mesi dal mio ultimo post e non mesi e mesi...
Comunque voglio riaugurare questo nuovo anno del blog con una recensione di un libro appena concluso con la copertina tanto bella (che mi ha fregata nell'acquisto) quanto noioso, banale con una storia di cui potevamo fare a meno o per lo meno strutturarla diversamente!

The Cloisters, New York
I chiostri di New York vuole essere un libro che parla di un misterioso mazzo di tarocchi di cui ne si cerca l'esistenza ma di fatto se ne è a conoscenza, ma lo si vuole nascondere, chissà perché.

Il problema sostanziale di questo libro è che questo elemento misterioso si intravede, ma praticamente è nascosto pure a noi lettori per quanto è confuso e soprattutto poco sviluppato e quel poco che c'è è pure inserito male e messo in punti a casaccio senza farci capire nulla!
 

La storia vede protagonista Ann Stilwell che dopo la morte del padre, che la segna profondamente, riesce a vincere un posto al Metropolitan Museum of Art di New York abbandonando casa e madre depressa per la morte del marito, senza guardarsi indietro per tutto il libro (cioè la madre la chiamerà per tutto il libro e lei manco un messaggio per dire 'Oh sono viva ciao' bah pare normale alla scrittrice?) solo che quando arriva lì scopre che di lei non se ne possono far nulla perché il suo curatore è partito. Come manna dal cielo arriva, quando si presenta Patrick del museo Cloisters che se la porta con sé perché gli serve una persona in più per fare ricerche per allestire una mostra incentrata sui tarocchi di cui lei, anche se non ne sa nulla si butta a capofitto, anche perché l'alternativa è tornare a casa dalla madre e, Dio non voglia doverla rivedere.
Qui conosce la sua collega Rachel con cui fa subito amicizia nonostante siano diverse come il giorno e la notte e già qui nota qualcosa tra lei e Patrick, e Leo il giardiniere del museo esperto di piante antiche che coltiva con cui c'è particolarmente attrazione, e anche tra lui e Rachel c'è uno strano scambio di occhiate. 

Fin qui ci siamo iniziano a cercare qualunque testo dove si parli di tarocchi, ma soprattutto cercano un mazzo appartenuto alla casata dei D'Este che praticavano l'arte dei tarocchi con questo misterioso mazzo. 
Da qui inizia il guazzabuglio delle relazioni tra questi vari personaggi, senza mai che siano inquadrati questi famosi misteri e segreti che ci sono tra Patrick, Leo e
Rachel, se non qualcosa di veloce verso le ultime pagine giusto come contentino.
La protagonista sarà la bambola che va a destra e sinistra senza che ne lei ne noi capissimo qualcosa se non che c'è un mazzo e delle sedute di lettura notturne di cui però non se ne preoccupa se non nell'ultima di cui farà parte. 

Un libro in cui non c'è un punto focale, sembra di leggere un resoconto delle giornate della protagonista che si destreggia tra i vari personaggi che paiono far cose interessanti senza preoccuparsene di saperne di più, se non verso la fine in cui si veglia così all'improvviso pensando che forse stanno facendo qualcosa alle sue spalle. 

La scrittrice a mio parere ha sprecato le potenzialità dell'argomento tarocchi, peccato!




Voi lo avete letto?