venerdì 8 giugno 2018

Recensione: "Da quando ti ho incontrato" di Cecelia Ahern

Se avete questo libro portatevelo con voi al mare, in vacanza, in ufficio o sul tram in una giornata storta, riuscirà a strapparvi un sorriso e a farvi dimenticare il mondo che vi circonda con la sua simpatica storia.

Da quando ti ho incontrato 
di Cecelia Ahern 

Editore: Rizzoli
Pagine: 365
Prezzo: 18,00€

Voto: 3/5


Trama: Jasmine, capelli rossi e spirito indomito, ama due cose al mondo: il suo lavoro – crea startup, le porta al successo, poi le rivende – e sua sorella Heather, che è una giovane donna con la sindrome di Down, generosa, combattiva, ma anche molto vulnerabile, della quale è sempre pronta a prendere le difese. È un freddo inverno dicembrino quando Jasmine viene licenziata e privata, con un colpo di mano che ha il sapore del tradimento, di una parte vitale della propria identità. I suoi giorni si fanno bui, noiosi, senza scopo: nient’altro che una patetica infilata di appuntamenti con amiche neomamme e chiacchierate senza direzione; mentre le notti, nervose e insonni, diventano d’un tratto l’occasione per mettersi a spiare, dalla finestra della camera da letto, la casa del vicino. Lui è Matt Marshall, famoso dj radiofonico con un conclamato debole per l’alcol, un talento puro per la provocazione e una crisi matrimoniale in vista. Jasmine ha le sue buone ragioni per detestarlo e il sentimento sembra reciproco. Ma niente è veramente come sembra. Può nascere così una relazione nuova, un’intimità tra uomo e donna che non è però quel che immediatamente ci aspettiamo: Matt e Jasmine si annusano, confliggono, si cercano. Sono due cuori che si avvicinano, ma che trovano l’amore altrove. Ed è qui che si nasconde la magia dell’ultimo romanzo di Cecelia Ahern, nell’incrociare due vite in modo inaspettato, nel saper inventare una storia che ci diverte e commuove, nel corso della quale arriviamo a guardare alla realtà in modo più luminoso e leggero. E che ci lascia con l’immagine di una passeggiata rasserenante tra le stradine e i giardini profumati di una Dublino pacifica.


Una storia di due protagonisti che tentano di trovare la loro seconda chance con la vita, con loro stessi, con un nuovo lavoro che segnerà un nuovo inizio. Ma da dove iniziare? Dalla ricerca di loro stessi e di dove la vita li abbia portati fino a quel punto.
Jasmine costretta a rimanere ferma per un anno dal gaerden lieving dopo esser stata licenziata trova se stessa nel lavorare al suo giardino, nel conoscere il mondo sconosciuto che è quello dei vicini di casa, soprattutto Matt anche lui a casa dal lavoro dopo esser stato licenziato e messo nella stessa aspettativa della sua dirimpettaia.

Un libro che parla di come la riscoperta di se stessi può cambiarci profondamente, di come la vita che ci circonda a partire dalle piccole cose possa essere una cosa meravigliosa, anche la semplice passeggiata. La frenesia, i ritmi quotidiani, il lavoro incessante si ripercuotono anche con i rapporti che abbiamo con il prossimo. 

Una cosa "negativa" che ho trovato del libro sono un po' i personaggi. Non ho amato ne Jasmine nè Matt, è come se la storia, il fattore riscoperta di se e del mondo, fossero i veri protagonisti e loro due solo due marionette che ogni tanto di incrociano e si scontrano senza mai unirsi alla fine della fiera.
Sono due protagonisti che rimangono sempre leggermente sottotono, non sono memorabili. Non saprei spiegarvi la sensazione che manchi qualcosa in loro, che non saprei neanche descrivervi.

Ve lo consiglio perchè è una lettura estiva assolutamente piacevole, ma ecco è uno di quei libri che  a fine lettura scambi. La Ahern sa fare meglio di questo e i "vecchi" libri tipo P.s I love you ne sono la prova, non regge il confronto. Quindi se cercate un libro che vi faccia battere il cuore come i suoi precedenti in questo non lo troverete, anche perchè qui manca, se non verso la fine, il fattore Amore, forse è proprio questo il 'pizzico' che manca a questo libro: l'amore.


2 commenti:

Sofàsophia ha detto...

Odio quando un'autrice che mi piace fa cilecca.
Questo libro mi manca ma lo leggerò come hai consigliato tu nella pausa estiva! :)

Debora ha detto...

Non è malvagio ma la Aherm sa fare decisamente di meglio