giovedì 14 giugno 2018

Recensione: "Le otto montagne" di Paolo Cognetti

Speravo non mi deludesse, ne ho letto in lungo e in largo con commenti super positivi, che praticamente lo amavo ancor prima di aprire la prima pagina... e avevano ragione, Cognetti ha scritto una storia bellissima, e lo dice una che la montagna le piace vederla dal balcone di casa e andare al mare!

Le otto montagne
di Paolo Cognetti

Editore: Einaudi
Pagine: 208
Prezzo: 18.50€

Voto: 4/5

TramaPietro è un ragazzino di città, solitario e un po’ scontroso. La madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri è il suo talento. Il padre è un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia. I genitori di Pietro sono uniti da una passione comune, che ha dato loro la vita: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l’orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia. Quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà tutte le estati in quel luogo “chiuso a monte da creste grigio ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l’accesso” ma attraversato da un torrente che lo incanta dal primo momento. E lì,  ad aspettarlo, c’è Bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa età ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche. Iniziano così estati di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri più aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre, “la cosa più simile a un’educazione che abbia ricevuto da lui”. Perché la montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarà il suo lascito piú vero: “Eccola lì, la mia eredità: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino”. Un’eredità che dopo tanti anni lo riavvicinerà a Bruno.


Vincitore del Premio Strega 2017, Cognetti praticamente è finito su ogni blog, su ogni profilo Instagram di chiunque legga anche solo un libro al mese, acclamato come il libro dell'anno e a ragione!


"La montagna non è solo neve e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’altro, silenzio, tempo e misura. "

E' un libro che racchiude l'amicizia, quella pura e vera vista dal punto di vista maschile dove non ci sono le confessioni del cuore a tarda notte sotto al lenzuolo, ma quella fatta di sguardi d'intesa e silenzio. 
L'amore verso la propria montagna, così imponente e maestosa e così accogliente, piena di mille meraviglie da scoprire, mille sentieri da esplorare, mille avventure da vivere.
La montagna è uno stile di vita, di pensare, il silenzio, il ritmo della vita dettato dalla natura e dalle stagioni. 
Dietro di me si vede il Gran Sasso  ;)

Esprime un po' quello che tutti noi attraversiamo nella nostra vita. Cresciamo in un luogo e possiamo andarcene, possiamo odiarlo nella nostra giovinezza, possiamo non capire come si fa a rimanere lì, possiamo rifiutarci e star lontani per anni e cancellare dalla nostra memoria tante immagini.. ma prima o poi torneremo e allora capiremo, ricorderemo e vedremo tutto sotto una nuova luce. Apprezzeremo il nostro luogo natio con occhi consapevoli, diversi anche se tutto è cambiato, ma ci sarà sempre la nostra impronta nascosta, lì vicino a un masso, a una pietra dove giocavamo a una strada ormai abbandonata ma che noi frequentavamo spesso e lì ci sembrerà di tornare indietro, come se fosse passato solo un giorno e non anni.


"Siete voi di città che la chiamate natura. È così astratta nella vostra testa che è astratto pure il nome. Noi qui diciamo bosco, pascolo, torrente, roccia, cose che uno può indicare con il dito. Cose che si possono usare. Se non si possono usare, un nome non glielo diamo perché non serve a niente."


I genitori di Pietro amano da sempre la montagna, la madre ama passeggiare e guardare il paesaggio, il padre è un abile ed esperto scalatore, che ambisce a visitare tutte le vette e appena possono tornano a rifugiarsi in essa e così che inizia l'avventura per questo ragazzino, quando arriva al paesino di Grana e lì affittano ogni estate una baita dove incontrerà Bruno un ragazzino come lui che però a Grana ci abita tutto l'anno. 
Trascorreranno tante estate insieme, fino a quando non si perderanno per poi ritrovarsi alla morte del padre di Pietro grazie al suo testamento.


"Se il punto in cui ti immergi in un fiume è il presente, pensai, allora il passato è l’acqua che ti ha superato, quella che va verso il basso e dove non c’è più niente per te, mentre il futuro è l’acqua che scende dall’alto, portando pericoli e sorprese. Il passato è a valle, il futuro è a monte."

Parla di amicizia si, ma anche del difficile rapporto padre-figlio. Un padre silenzioso, che dimostra affetto a modo suo, un po' burbero e chiuso, che vuole trasmettere il suo amore al figlio tramite la montagna e purtroppo solo da adulto lo capirà. 

Un libro che vi consiglio assolutamente di leggere è un piccolo capolavoro!


2 commenti:

Angela ha detto...

Un romanzo che è piaciuto molto anche a me, scorrevole e profondo!!

Debora ha detto...

Siiiiiiiiii �� è un piacere trovare questi libri