domenica 12 aprile 2020

Recensione: "Dieci giorni in manicomio" di Nellie Bly

Dieci giorni in manicomio 
di Nellie Bly

Edizioni: Edizioni clandestine
Pagine: 114
Prezzo: 7,50€

Voto: 3/5


Trama: Nel 1887, la reporter Nellie Bly, fingendosi una rifugiata afflitta da paranoia, si fece rinchiudere nel manicomio dell’isola Blackwell, allo scopo di scoprire le condizioni di vita delle donne ricoverate.
“Battevo i denti e tremavo, il corpo livido per il freddo che attanagliava le mie membra. All’improvviso, tre secchi di acqua gelida mi furono versati sulla testa, tanto che ne ebbi gli occhi, la bocca e le narici invase. Quando, scossa da tremiti incontrollabili, pensavo che sarei affogata, mi trascinarono fuori dalla vasca. Fu in quel momento che mi sentii realmente prossima alla follia”.
Nel suo reportage, Nellie Bly racconta i soprusi e le violenze che le pazienti subivano per opera di crudeli infermiere e medici poco capaci.
“Prendi una donna perfettamente sana, rinchiudila in una stanza gelida e costringila a sedere dalle 6 del mattino alle 8 di sera, impedendole di muoversi e di parlare, alimentala con pessimo cibo, senza mai darle notizie di ciò che accade nel resto del mondo e vedrai come, ben presto, la condurrai alla follia. Due mesi sono sufficienti a provocarle un vero e proprio esaurimento fisico e mentale”.
Grazie al suo reportage, una commissione stanziò 1.000.000 di dollari per apportare una riforma degli istituti di igiene mentale.
Nellie Bly, pseudonimo di Elizabeth Jane Cochran (1864 – 1922) fu la prima giornalista investigativa.


Buona Pasqua lettori, anche se non sarà una Pasqua tradizionale da passare in casa con una mega rimpatriata familiare, è comunque un giorno che ci porta a riflettere oggi più di ieri che siamo fortunati a poter avere il privilegio di stare dentro casa sani perchè c'è chi ora è a lavoro o è in ospedale solo e malato e allora questa resurrezione prendiamola come un buon auspicio di poter risolrgere al più presto anche noi, tornando in salute e liberi. Allora abbracciamo chi sta accanto a noi in questa quarantena e rimpinziamoci di libri, graphic novel, dolci, pizza e pasta e Netflix.

E' un periodo in cui sto leggendo parecchi saggi sugli argomenti più disparati, questo in particolare l'ho recuparto partendo dal fatto che noi a Teramo abbiamo uno dei più grandi manicomi, ormai abbandonato, d'Italia e volevo prendere il libro che parlava di alcune storie delle pazienti che ne facevano parte, ma visto il prezzo per poche pagine, ho deciso di aspettare e ho iniziato a documentarmi per via di questo libro e un altro che però ancora non leggo incentrato sopratutto nei bambini abbandonati o reputati malati, quando poi si è capito che poeva essere solo epilessia e non pazzia o possesso demoniaco.

Dieci giorni in manicomio è il reportage che Nellie Bly redasse a denuncia delle abominevoli condizioni dei manicomi nell'800. Lei è stata la prima reporter investigatrice femminile per giunta a dare voce alle persone più deboli che di voce non ne hanno.
Era una donna abbastanza benestante e conosciuta nel suo ambito, perciò in incognito si fa rinchiudere facendo finta di avere problemi comportamentali, con sbalzi di umore e incapacità cognitiva e senza parenti, nel manicomio sull'isola di Blackwell, dove nessuna informazione sulla vita all'interno di quelle quattro mura è mai trapelata. 

Da subito ci si rende conto dell'estrema facilità con cui si può finire in un posto del genere, già il fatto di essere una donna eri collocata a un gradino inferiore nella società, e bastava una semplice chiamata alla polizia per entrare in un meccanismo da cui nessuno se non un uomo della tua famiglia ti poteva cacciare e molte volte erano proprio loro a farti finire là, perchè ritenuta scomoda o leggermente strana. 
Nellie trova in questo posto gente assolutamente normale, una donna era finita là perchè dopo esser stata malata per molti anni è diventata debole e quindi la famiglia ti reputava malata e inadatta a stare a casa e venivi cacciata alla stregua di una bestia. 
Donne e donne normali, che diventavano "matte" non perchè lo fossero realmente, ma per via delle condizioni disumane sia dal punto di vista igeniche che proprio del rapporto umano, che le infermiere causavano loro all'insaputa anche dei medici stessi.

Queste infermiere comandavano con estrema crudeltà, facendo fare lunghi bagni in acqua ghiacciata, senza farle asciugare poi, in un posto con il riscaldamento inesistente e un abbigliamento talmente tanto futile e leggero che ammalarsi e morire era all'ordine del giorno, con una copertina di notte utile a nulla. Un cibo che neanche ai maiali viene dato, marcio, poco e disgustoso, dove l'alternativa è morire di fame mentre loro mangiavano roba buonissima, frutta fresca e carne di prima scelta.  
Botte, dispetti e tirannia applicavano queste infermiere sia di giorno che di notte, aprendo le porte e sbattendole in ogni momento, di ogni cella per non far riposare le pazienti, per controllare chissà che accendendo anche la luce.
Ed erano furbe perchè non si facevano accorgere dai medici che non erano stabilmente nella struttura e nel reparto. Imponevano crudeli ripercussioni fisiche e morali se qualche paziente riferiva anche solo una parola e quindi queste povere donne scivolavano nella pazzia e malate senza che i medici capissero alcunchè. Erano furbe anche perchè quando venivano i controlli, sapendo il giorno e l'ora facevano trovare tutto immacolato sia nelle camere, nelle sale comuni e nelle cucine.

Nelly Bly con il suo coraggio ha portato alla luce queste atroci torture, la vera faccia di questo manicomio, facendo aprire gli occhi non solo al personale medico, ma al mondo intero che subito dopo le sue parole vennero stanziati 1.000.000 di dollari per migliorare la condizione delle pazienti.

Un libro breve, che si legge veramente in uno o due pomeriggi, che ci riporta un aspetto della storia che tutti noi scordiamo che esista. 
L'unica cosa che non mi ha fatto empatizzare è che essendo stile giornalistico, non entri in empatia con lei e con il mondo circostante anche se ci si rende conto dell'estrema crudeltà che vige sull'isola di Blackwell per mezzo di queste suore insoddisfatte dalla vita che se la prendono con chi non può reagire. 
Consigliato? Certo che si! Ora devo recuperare quello su Teramo dove l'elettroshock e la crudeltà non era da meno 😑😶

1 commento:

Angela ha detto...

ho letto qualcosa in passato su nelly bly, nel senso che cercai qualche notizia in web. però sarebbe interessante leggere qualcosa di più approfondito. Terrò presente questo libro!!