giovedì 16 giugno 2016

Chi ben comincia... #132: "Furore" di John Steinbeck

Chi ben comincia... è la rubrica ideata dalla carissima Alessia del blog Il profumo dei libri che ringrazio perchè questa rubrica mi piace tantissimo e poi non so vi può essere utile per stuzzicare la vostra curiosità ^^ Questa rubrica la posterò ogni giovedì ^_^... In che cosa consiste?
-Apri un libro a caso dalla tua libreria 
-Riporta le prime 10, 15, 20 frasi dell'inizio del libro
-Aspetta i commenti.


Tutti lo hanno amato insieme a "Uomini e topi" che presto sarà tra le mie mani, questo perchè mi sono ripromessa di leggere libri un po' più seri oltre a quelli che leggo di solito ^^ che poi pensavo fosse più sottile invece è un gran bel mattone e vedrete da voi che le descrizioni sono qualcosa di altamente concentarto O.O 
ahahhaha non so come farò ad arrivare alla fine se è tutto così spero solo che si movimenti andando avanti perchè sinceramente la descrizione delle piante ecco ne potrei fare a meno visto che nel libro continua eh mica è finita con il mio pezzetto ahahahhahaha mi metterò alla prova alla grande ma se questo libro è una pietra miliale della letteratura americana, lui è premio nobel per la letteratura e il libro è stato persino censurato durante il peridod fascista un motivo ci sarà no!? :) anche se prima di Furore devo leggere "Uomini e topi" *_* 


Sulle terre rosse e su una parte delle terre grigie dell'Oklahoma le ultime pioggie leggere, e non lasciarono traccia sui terreni arati. Le lame passarono e ripassarono spianando i solchi piovani. Le ultime pioggie fecero rialzare in fretta il mais e sparsero colonie di gramigna e ortiche ai lati delle strade, tanto che le terre grigie e le terre rosso-scure cominciarono a sparire sotto una coltre verde. Nell'ultima parte di maggio il cielo si fece pallido, e scomparvero le nuvole che in primavera avevano indugiato così a lungo con i loro alti pennacchi. Il sole prese a picchiare giorno dopo giorno sul mais in erba, fino a screziare di bruno gli orti di ogni baionetta verde. Le nuvole ricomparvero, e si dileguarono senza tornare più. La gramigna si fece di un verde più scuro per difendersi dal sole, e smise di propagarsi. Il suolo si ricoprì di una crosta dura e sottile, e man a mano che il cielo impallidiva, anche il suolo impallidiva, facendosi rosa nelle terre rosse e bianco nelle terre grigie.
Nei solchi scavati dall'acqua, la terra si sfaldava in piccolirivoli secchi. Formiche e scarabei provocavano minuteslavine. E sottoil sole che giorno dopo giorno picchiava più forte, le foglie di mais in erbasi facevano meno rigide e dritte; dapprima s'inarcarono appena, poi, con l'indebolirsi della nervatura centrale, ogni foglia si piegò decisamente all'ingiù. Arrivò giugno, e l'intensità del sole crebbe ancora. Le screziature brune sulle foglie di mais si allargarono fino a raggiungere le nervature centrali. La gramigna si sfrangiò e si curvò verso le radici. L'aria era fina e il cielo sempre più pallido e ogni giorno la terra impallidiva.

- Furore di John Steinbeck -


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