Chi ben comincia... è la rubrica ideata dalla carissima Alessia del blog Il profumo dei libri che ringrazio perchè questa rubrica mi piace tantissimo e poi non so vi può essere utile per stuzzicare la vostra curiosità ^^ Questa rubrica la posterò ogni giovedì ^_^... In che cosa consiste?
-Apri un libro a caso dalla tua libreria
-Riporta le prime 10, 15, 20 frasi dell'inizio del libro
-Aspetta i commenti.
Dopo una mattinata passata a cercare di non far addormentare il cane a cui abbiamo fatto togliere dei dentini sotto sedativo mi q concedo due minuti e vi riporto l'incipit di un libro che dopo la bellissima recensione di Miss Gabrielle (se cliccate sul suo nome vi rimando alla sua recensione) e mi è venuta una curiosità matta di leggerlo e infatti sarà tra le mie prossime letture! XD
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Tutto iniziò con un vestito.
<<Come succede a tante cose, tesoro.>> Mi sembra di sentire la voce pacata e morbida della mamma, mentre gira la zucchero nella tazza. <<Come succede a tante cose.>>
Era un semplice abito a sottoveste in seta grigio perla, tagliato per ricadere sul corpo come un sospiro di piacere. La mattina in cui apparve nella vetrina del nostro negozio di Grape Lane, mi affacciai alla finestra della mia stanza per guardare le donne che di fermavano ad ammirarlo: posavano i sacchetti della spesa, incrociavano le braccia sul petto, pregavano la testa di lato, si immaginavo nel fruscio di quella seta che la mamma aveva abbinato a un semplice filo di perle, intrecciato alle dita del manichino.
La storia che sto per raccontarvi non è così semplice. Ha cuciture sagomate e allacciature nascoste. Ha le tasche profonde e interfodere che non vogliono saperne di stare al posto giusto. Le darò forma per voi, come mi ha insegnato la mamma: facendo ruotare l'orlo tra le dita, sbrogliando i fili con il tocco più leggero di cui sono capace.
Dovete perdonarmi se a volte sarò impacciata: la mamma non credeva nelle regole e nei cartamodelli. mi ha insegnato a fidarmi della stoffa, a lasciare che la consistenza e il colore trovassero la loro forma sul tavolo da cucito. Se le chiedevo quale fosse il passo successivo sorrideva, mi diceva di chiudere gli occhi e mi sfiorava la guancia con l'orlo di una manica imbastita o la piega di una gonna.
<< Cosa senti, tesoro?>> mi chiedeva. <<Cosa provi nel profondo di te? Cosa sa questa stoffa? Cosa vuol diventare?>>
Vorrei avere anch'io il dono di famiglia, il dono che avevano la mamma e Madaar-Bozorg, le loro madri e le loro nonne. Laggiù nel Vecchio Paese si diceva che le donne Jobrani sapevano trarre un vestito, come per magia, dal profumo del vento o dal ricordo del sole che splende sul mare.
- Un vestito color del vento di Sophie Nicholls -
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