mercoledì 5 agosto 2015

Recensione: "A volte ritorno" di John Niven

Buongiornoo lettori :) recensione super arretrata che risale a marzo 2015... c'è la farò me ne mancano solo 27 su per giù per quelle di quest anno senza contare quelle del 2014 -_-" 

A volte ritorno
di John Niven

Editore: Einaudi
Pagine: 381
Prezzo: 12,50€

Voto: 3,5/5 

TramaDopo una settimana di vacanza che sarebbero cinque secoli di tempo terrestre, Dio torna in ufficio, ancora col cappello di paglia e la camicia a quadri. Era andato in vacanza, a pescare, in pieno Rinascimento, quando i terrestri scoprivano un continente alla settimana, e sembrava andasse tutto a gonfie vele. Al suo ritorno però, il quadro che gli fanno i suoi ha del catastrofico: il pianeta ridotto a un immondezzaio, genocidi come se piovesse, preti che molestano i bambini... Dio non è solo ultra depresso. Anche molto incazzato. L'unica soluzione, pensa, è rispedire sulla Terra quello strafatto di suo figlio. - Sei sicuro sia una buona idea? - gli chiede Gesú. - Non ti ricordi cosa è successo l'altra volta? - Ma Dio è irremovibile. Cosí Gesú Cristo piomba a New York, tra sballoni e drop out di ogni tipo. E cerca, come può, di dare una mano agli sfigati della terra. Il ragazzo non sa fare niente, eccetto suonare la chitarra. E riesce a finire in un programma di talenti alla tv. Un gran bel modo per fare arrivare il suo messaggio a un sacco di gente. Ma, come già in passato, anche oggi chi sta dalla parte dei marginali non è propriamente ben visto dalle autorità. *** Quand'è che le cose hanno cominciato ad andare a puttane? Colpa di Mosè, forse. Quel falsario. Uno dei primi a cedere al protagonismo. Quando era arrivato in cima al Sinai e aveva messo gli occhi su quell'unica tavola perfettamente cesellata - le parole «FATE I BRAVI» incise nell'elegante corsivo inglese di Dio - aveva dato fuori di matto. Tutto quel can can e lui doveva, cosa?, scendere e dire: «Ehi ragazzi, fate i bravi! Be', non c'è altro. In bocca al lupo per tutto»? Col cazzo. E cosí quel figlio di mignotta si era messo sotto con lo scalpello. Quaranta sudati giorni di lavoro su quella sequela di minchiate. Quella stronzata del «Non desiderare la donna d'altri»? Tipico di Mosè. (Quante pedate nel culo s'era beccato quand'era arrivato qui? Dio gli aveva assestato la prima appena quel coglione aveva varcato la soglia, e aveva smesso solo nei Secoli Bui: almeno un centinaio d'anni. Alla fine ci aveva le chiappe che sembravano due barbabietole bollite). Poi di male in peggio. L'interpretazione. La fiera del «Io-credo-di-sapere-cosa-voleva-dire- Dio». Sbadabum: un millennio dopo qualche sciroccato taglia la gola ai neonati e se li getta alle spalle perché crede di avere Dio dalla sua parte. Cosa cazzo c'era da interpretare in «FATE I BRAVI»? La stessa, identica domanda che Dio aveva ripetuto per secoli, mentre prendeva a pedate Mosè. In ogni caso, ormai la frittata è fatta, pensa Dio con un sospiro, mentre si rende conto della piega che stanno prendendo i Suoi pensieri. Qualcuno avrebbe dovuto rispiegare al genere umano cosa significa «FATE I BRAVI».


Mi sono trascinata la lettura di questo libro per sei mesi mi pare.. all'inizio l'ho accantonato per le “troppe parolacce” alquanto irreali sulla bocca dello stesso Dio, insomma ho capito che era una parodia, in questo momento mi sfugge il termine perciò passatemelo per buono... ma insomma erano risultate eccessive, erano più parolacce che parole normali, e poi perché proprio non mi prendeva, mi stava annoiando da morire. Poi guardandolo li dopo tanto tempo mi sono detta che se tutti dicono che è bellissimo un motivo ci sarà e che comunque prima o poi avrei dovuto riprenderlo in mano anche perché l'ho desiderato per talmente tanto di quel tempo che lasciarlo li mi ci piangeva il cuore.

Non ho ricominciato da capo perché quella parte stranamente la ricordavo perfettamente, perciò mi sono ributtata nella storia dal punto dov'ero e sarà che questa seconda sarà stato il suo “momento giusto” sarà che dopo questa prima parte burrascosa migliora nettamente il libro, fatta sta che in due pomeriggi mi ero letta tutto il libro e ne sono rimasta per giunta soddisfatta!!!!

In soldoni il libro parla di Gesù che viene rimandato sulla terra ai giorni nostri per cercare di far tornare sulla retta via gli uomini che in assenza di Dio, causa vacanze (c'è da premettere che una settimana in paradiso equivalgono a secoli da noi) il mondo è impazzito perciò rimanda lui come la scorsa volta; un figlio sul genere sciatto tutto un “hey fratello come butta, fai il bravo” che suona la chitarra, fuma erba, e in ogni frase non fa mancare una parolaccia messa li, (e Dio come vi accennavo non fa eccezione, visto che in aggiunta fuma sigari e fuma marijuana).
In fondo però sotto i suoi vestiti trasandati c'è sempre il Gesù , che conosciamo, buono, generoso verso il prossimo fino alla fine, che vede il buono in tutti, tranquillo e calmo in ogni situazione, protettivo e che non giudica dall'apparenza e che cercherà di mandare i suoi messaggi, non con prediche sulla piazza o dai pulpiti, ma iscrivendosi a un talent show seguitissimo, in cui ne combinerà di tutti i colori oltre che a propinare una lezione a chiunque lo stia ad ascoltare e ogni qual volta che prende in mano un microfono in onda.

Gli ho dato solo 3 fiori e mezzo che poi è un voto buono, perché se uno pensa a Dio e Gesù anche se è in chiave moderna, insomma, tutte quelle parolacce storpiano il libro, lo rendono esagerato e a tratti fastidioso, perciò se ha dato leggermente fastidio a me che sono una persona aperta a tutto non penso che questo libro sia una lettura adatta a tutti coloro che sono un po' rigidi verso la religione e ciò che ne gira intorno. Però sorvolando quella piccola prima parte devo dire che il libro visto nella sua totalità merita di essere letto! Mi è piaciuto molto anche il suo finale, certamente non è un libro “spensierato da ombrellone” ma ve lo consiglio se avete voglia di leggere qualcosa di diverso e siete aperti :)

2 commenti:

SilviaLeggiamo ha detto...

Guarda io non sono per niente una bigotta ma come te mi sono fermata dopo pochi capitoli. Ma non l'ho più ripreso in mano.
Insomma quelle parolacce non servono. Ok una, due, tre, ma cinquanta mila?

Debora ha detto...

Infatti neanche io lo sono ma erano veramente troppe che rendevano la lettura faticosa e veramente snervante....