Break. Ossa rotte
di Hannah Moskowitz
Editore: Giunti
Pagine: 280
Prezzo: 14.50€
Voto: 3/5
Trama: Jonah ha una famiglia a dir poco
difficile. Ha due genitori quasi assenti, che non ricordano più perché
stanno insieme e a malapena riescono a tenere le fila di un matrimonio
che sta rovinando la loro vita e quella dei figli. E ha due fratelli:
Will, di pochi mesi, che piange incessantemente, e Jesse, di 16 anni. Il
rapporto tra Jonah e Jesse va ben al di là dell’amore fraterno. Sì,
perché Jonah è l’angelo custode di Jesse, colui che ogni giorno lo salva
da morte sicura per soffocamento. Jesse soffre infatti di gravi
allergie alimentari, soprattutto al latte e, dato che Will è ancora un
poppante, Jesse non è mai al sicuro, nemmeno in casa. I suoi attacchi
sono violenti, terribili, devastanti, tanto da spedirlo in ospedale.
Jonah non può permettersi di perderlo mai di vista: controlla tutto ciò
che mangia, tocca, respira. Si assicura anche che quella sbadata di sua
madre non allatti Will e poi tocchi il fratello. Ogni volta che il
cellulare squilla, il cuore di Jonah parte al galoppo per la paura che
Jesse sia in fin di vita. Jonah vuole essere più forte, ha bisogno di
essere più forte, per sorreggere una famiglia sull’orlo del baratro, per
sostenere un fratello che rischia di morire ogni giorno, per non cedere
al raptus omicida nei confronti di un bebè che riduce a brandelli i
nervi di tutti. Rompersi le ossa e guarire è l’unico modo che Jonah
conosce per rinforzarsi. Perché chiunque sa che un osso fratturato ha il
potere di curarsi da solo e di ricrescere più forte, rinvigorito. E il
primo pensiero di Jonah ogni mattina è quello di escogitare nuovi metodi
per raggiungere lo scopo nella maniera più veloce ed efficace
possibile.
La sua è una storia di autodistruzione per amore.
Dita, gomiti, femori, costole: il conto è minuziosamente riportato. È un’impresa metodica.
Una scarica di adrenalina, poi il dolore, intenso, nauseante.
Un libro crudo e provocatorio, che descrive con realismo una forma estrema di autolesionismo.
La storia di un ragazzo raccontata da
una sedicenne: è sorprendente come la giovane scrittrice sia stata in
grado di ricostruire le dinamiche psicologiche di un adolescente.
Jonah è "sfortunato" ha una famiglia piena di guai e problemi, un fratellino Will di pochi mesi che piange sempre, una mamma e un papà assenti che si sopportan appena e un altro fratellino sedicenne, Jesse che per gravi intolleranze alimentari può soffocare da un momento a un altro, ragion per cui Jonah non può mai abbassare la guardia, ma tutto questo lo sfianca psicologicamente che fisicamente.
Lui deve essere forte, lui deve rendersi forte, come fanno le ossa del corpo umano. Ogni volta che queste si spezzano, diventano più resistenti e così si ingegna periodicamente ad avere "incidenti" che lo porteranno a spezzarsi sistematicamente le tutte le ossa del corpo per diventare resistente come ha bisogno e accanto a lui c'è sempre Naomi che fa di tutto per proteggerlo e sostenerlo.
Nonostante i temi non siano dei più felici, la scrittrice riesce a smorzare i toni anche con momenti di normale vita di un adolescente che si innamora, ride e vuole scoprire il mondo.
I toni non cadono mai nel pesante, riesce a rimanere sempre soft, ma a me sinceramente è mancato quel feeling con il personaggio. Un libro carino, di poche pretese che si legge in poco tempo e allo stesso tempo ti lascia anche poco, nonostente Jonah sia un personaggio che mi ha fatto tenerezza e i genitori estremamente rabbia per il loro modo di essere così menefreghisti verso i figli.
Lui deve essere forte, lui deve rendersi forte, come fanno le ossa del corpo umano. Ogni volta che queste si spezzano, diventano più resistenti e così si ingegna periodicamente ad avere "incidenti" che lo porteranno a spezzarsi sistematicamente le tutte le ossa del corpo per diventare resistente come ha bisogno e accanto a lui c'è sempre Naomi che fa di tutto per proteggerlo e sostenerlo.
Nonostante i temi non siano dei più felici, la scrittrice riesce a smorzare i toni anche con momenti di normale vita di un adolescente che si innamora, ride e vuole scoprire il mondo.
I toni non cadono mai nel pesante, riesce a rimanere sempre soft, ma a me sinceramente è mancato quel feeling con il personaggio. Un libro carino, di poche pretese che si legge in poco tempo e allo stesso tempo ti lascia anche poco, nonostente Jonah sia un personaggio che mi ha fatto tenerezza e i genitori estremamente rabbia per il loro modo di essere così menefreghisti verso i figli.