Indagini di un medico legale
di Philippe Boxho
Editore: Ponte alle grazie
Pagine: 240
Prezzo: 18,00€
Voto: 4/5

Trama: Quella del medico legale è una professione affascinante, che richiede rigore ma anche una sensibilità fuori dal comune, perché spesso un corpo senza vita è l’unico testimone di una verità che non può essere conosciuta altrimenti. Con il bisturi in mano, chi effettua un'autopsia esegue un'indagine vera e propria, portando alla luce i misteri che i morti nascondono. Ogni livido, ogni frattura, ogni segno sulla pelle racconta una storia: un omicidio, un suicidio, una morte naturale. E ogni caso è diverso, ogni corpo è un puzzle da ricomporre, una narrazione da riscrivere. In questo libro, Philippe Boxho, medico legale da oltre trent'anni, ci racconta di un mestiere che richiede pazienza, precisione e determinazione, perché ogni piccolo dettaglio può fare la differenza. Attraverso esempi concreti, tratti dalla sua esperienza tra la scena del crimine e la sala autoptica, l’autore riesce a trasformare ogni storia professionale in un racconto avvincente. Caso editoriale, con un milione di copie vendute in Francia e in Belgio, La parola ai morti ci svela in che modo i cadaveri possano ancora parlarci. Basta solo saperli ascoltare.

Affascinante, curioso, e non adatto ai deboli di stomaco o comunque a chi si impressiona a parlare di decomposizione di cadaveri in vari stadi, di larve e mosconi, di suicidi o omicidi.
Però per tutti voi che siete affascinati da questo mondo così sotterraneo, perché non è che proprio vediamo cadaveri sezionati tutti i giorni, questo libro mette in luce quello che c'è dietro il mondo del patologo forense, che è quella figura di cui tutti aspettano l'arrivo quando c'è una morte sospetta o un omicidio. Colui che fa da subito una prima analisi alla scena del crimine, o presunta tale, dando quelle che sono le prime informazioni tipo la presunta ora del decesso in base alla temperatura del corpo o la presenza del rigor mortis e poi colui che nella solitudine di un'obitorio, insieme al suo assistente, esaminerà tutto ciò che il corpo dello sventurato ha da raccontare sulla sua morte.
E a volte come spiega lo stesso Boxho le cause sono assurdamente stravaganti e evitabili, come il tizio che è morto con una forchetta che aveva in gola da giorni mi pare.
Nel suo libro racconta anche aneddoti circa apparenti suicidi, che grazie al suo lavoro se vengono chiamati possono essere smascherati.
Nella prima parte invece si concentra nel darci un'idea di come è arrivato a scegliere questo lavoro nella vita (lui che voleva farsi prete addirittura) perché soprattutto all'inizio è un mondo duro anche solo per la puzza e le scene che si incontrano.
Vi dirò mi farebbe senso vedere un morto che è stato in acqua magari più di due settimane con tutto quello che ne deriva.
E poi Boxho ci illustra qui e li delle piccole nozioni tipo che animali compaiono prima, che liquidi si possono vedere, il colorito che si assume in base alle varie fasi di morte... ecco perchè a tratti non è proprio per tutti.
Però sarò sincera questo libro mi ha affascinata e incuriosita tant'è che sto leggendo un thriller, Il metodo del becchino di Oliver Pötzsch, in cui il becchino di questo camposanto di Vienna del 1893 è appassionato di questo mondo che ne sta scrivendo un manuale L'almanacco per becchini.
Se anche voi siete un pochino incuriositi vi consiglio caldamente questo libro e fatemi sapere se siete a conoscenza di qualche altro libro con le stesse tematiche da consigliarmi!!!