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lunedì 10 settembre 2018

Recensione: "Il libro dei Baltimore" di Joel Dicker

Il libro dei Baltimore
di Joel Dicker

Editore: La nave di Teseo
Genere: narrativa
Pagine: 592
Prezzo: 22,00€

Voto: 3/5


Trama: Sino al giorno della Tragedia, c'erano due famiglie Goldman. I Goldman di Baltimore e i Goldman di Montclair. Di quest'ultimo ramo fa parte Marcus Goldman, il protagonista di "La verità sul caso Harry Quebert". I Goldman di Montclair, New Jersey, sono una famiglia della classe media e abitano in un piccolo appartamento. I Goldman di Baltimore, invece, sono una famiglia ricca e vivono in una bellissima casa nel quartiere residenziale di Oak Park. A loro, alla loro prosperità, alla loro felicità, Marcus ha guardato con ammirazione sin da piccolo, quando lui e i suoi cugini, Hillel e Woody, amavano di uno stesso e intenso amore Alexandra. Otto anni dopo una misteriosa tragedia, Marcus decide di raccontare la storia della sua famiglia: torna con la memoria alla vita e al destino dei Goldman di Baltimore, alle vacanze in Florida e negli Hamptons, ai gloriosi anni di scuola. Ma c'è qualcosa, nella sua ricostruzione, che gli sfugge. Vede scorrere gli anni, scolorire la patina scintillante dei Baltimore, incrinarsi l'amicizia che sembrava eterna con Woody, Hillel e Alexandra. Fino al giorno della Tragedia. E da quel giorno Marcus è ossessionato da una domanda: cosa è veramente accaduto ai Goldman di Baltimore? Qual è il loro inconfessabile segreto?


E' un libro assai discusso e senza mezze misure, crede che Joel Dicker sia uno scrittore con uno stile minuzioso, a cui piace sviscerare i fatti dal principio, che arriva al finale di botto e chiusa la faccenda; o lo ami o lo odi.

Di solito non sono un'amante del brodo allungato, però c'è qualcosa in Dicker, che mi prende. Trovo che tutti i dettagli che fornisce, partire dal principio è essenziale per arrivare al punto dove tutto trova uno svolgimento ben preciso e un finale non deludente, per lo meno questi primi due mi hanno soddisfatta, anche se La verità sul caso Harry Quebert è un passo avanti a questo libro, è più movimentato, la trama è più articolata, e il finale è woooow. In questo libro la grande tragedia a un certo punto è palese, più che altro alla fine scopri tutti i retroscena della grabde tragedia più che altro quale sia questa tragedia. 

Nel libro precedente vediamo Marcus Goldman alle prese con la risoluzione di un caso, ricordate? Qui lo conosciamo intimamente, conosciamo le sue origini, la sua famiglia i Goldman di Montclare e i Goldman di Baltimora, cosa lo ha portato a essere quel che è, lo conosciamo un po' più personalmente.
Lo vediamo da piccolo, che soffre per essere un Goldman di Montclare, quindi dal suo punto di vista più povero e sfortunato, figlio unico, mentre gli zii i Goldman di Baltimore sono tutti belli, ricchi, che fanno cose divertenti, con due cugini affiatati e popolari. La sua vita gli sembra bella solo quando è con loro, ma prima o poi questo castello di cristallo si romperà e le bugie e le verità a lungo sotterrate verranno a galla, fino a un tragico epilogo per i Baltimore.

Per quel che mi riguarda a me è piaciuto, però mi rendo conto che molti lo possano reputare prolisso per quel che alla fine vuole raccontare Dicker, e se andiamo a stringere la morale altro che non è che non è tutto oro quel che luccica e anche il più bel castello d'oro alla fine è di carta ahahhahahahhah posso fare la blogger delle morali XD 


domenica 2 settembre 2018

Un agosto pieno di letture... Wrap up

Sono sparita lo so... ormai ci siete abituati, ma agosto è senza ombra di dubbio il mese per eccelenza delle letture grazie a 3 mitiche settimane di ferie anche se due su tre le ho passate a fare il trasloco che èil secondo motivo di assenza... ma anche quello è stato divertente *_* sopratutto sistemare la libreria per l'esattezza una delle due 😏 ma ho letto tanto come mi mancava da tempo fare... perciò ci vuole proprio un bel wrap up prima di tartassarvi con una valanga di recensioni!

Il primo è un fantastico thriller medievale che mi ha proprio risanato l'umore perchè l'ho praticamente divorato come non mi succedeva da tempo. La rosa del farmacista è si un thriller ma dalle tinte particolarmente soft, un mistero per cui non ci vuole un gran genio per risolverlo, però nonostante tutto mi è piaciuto un sacco.

Il libro dei Baltimore che o lo si odia o lo si ama... io come per il primo libro, ho amato questa storia, anche se non è nulla a paragone al suo predecessore che ha un ritmo più incalzante e una trama più articolata, questo è un tantino lento e c'è ben poco da scoprire, è piuttosto una mertivcolosa ricostruzione dei fatti dal principio, però non mi sento di strincarlo di netto come ho letto in parecchi blog.

Pomodori verdi fritti della mitica Fannie Flagg.... Ah che gioia per i miei occhi anche se questo libro è molto molto diverso, anche per la struttura della storia, dagli altri che ho letto, ma come tutti i suoi libri merita di cuore, probabilmente questo libro ha i personaggi più bizzarri tra tutti quelli che ho conosciuto dalla sua penna!

Passiamo all'altra mia autrice preferita che sarebbe capace di rendere bellissima anche la sua lista della spesa... Lisa Kleypas!!! Lo so che molti non la amano perchè non amano il genere romance, ma lei dal nulla sa creare personaggi memoribili tipo Derek Craven che signore mie questo è un personaggio bello e dannato non quei due sfigatelli della After e compagna varia!!!!!!! Ma Debora non farti prendere dagli ormoni e torniamo sulla terra... 
Della Kleypas mi sono sciroppata Infine tu dove Lily la ribelle si scontra con il bello e ricco Alex Radford (che diciamocelo anche lui merita senza essere dannato!!!!) e Sognando Te con il siddetto Derek che viene salvato da una Sara Fielding, che si trovava nei bassifondi di Londra perchè cercava dettagli per l'ambientazione del suo libro. Non serve dire che ve dovete leggerli vero!?

Una presenza in quella casa di Paige Mckenzie, che mi è piaciuto anch'esso anche se aimè ha fatto uno scivolone immenso sul finale che sinceramente non ho capito. Bah è assurdo, banale e frettoloso.

E infine L'Arminuta invece è stata una lettura che sinceramente mi è piaciuta molto, oltre che a essere molto scorrevole, ma non c'è stata empatia con le protagoniste pur apprenzandole... Però capisco perchè è il vincitore del Premio Campiello, merita di essere letto è ben fatto sotto tutti gli asoetti di vista oltre che ci h trovato la mia terra come paesaggio della storia!