domenica 15 marzo 2020

Recensione: "Una bambina" di Torey L. Hayden

Una bambina
di Torey L. Hayden

Editore: Corbaccio
Pagine: 244
Prezzo: 16,90€

Voto: 4/5


Trama«In questi bambini c'è di più. C'è il coraggio. Mentre la sera siamo davanti al telegiornale, a sentire di nuove, emozionanti conquiste in qualche terra lontana, perdiamo i veri drammi che si vivono intorno a noi. È un peccato, perché lì c'è più coraggio che da ogni altra parte. Alcuni di quei bambini vivono con tali incubi e tali ossessioni, nella loro testa, che ogni movimento si carica di straordinario terrore. Alcuni vivono a contatto con una violenza e una perversione che le parole non possono descrivere. Ad alcuni non viene nemmeno concessa la dignità che si concede agli animali. Alcuni vivono senza speranza. Eppure resistono. Quasi tutti accettano la loro vita, non conoscendo altro modo di vivere. Questo libro racconta di una sola bambina. Non è stato scritto per evocare pietà. Né per elogiare un'insegnante. E neppure per deprimere quelli che hanno trovato pace nel non sapere. Questo libro è una risposta a chi mi chiede se non è frustrante lavorare con i malati di mente. È un'ode all'animo umano, perché questa ragazzina è come tutti i miei bambini. Come tutti noi. È una sopravvissuta».


Un libro che è capace di suscitare orrore e tristezza allo stesso tempo perchè come Sheyla chissà quanti bambini ci sono.

Una bambina di soli 6 anni di nome Sheila un giorno rapisce un bambino, lo lega a un albero e gli da fuoco. Inizia da qui la drammatica conoscenza della situazione di questa bambina che va a finire nella classe della maestra Torey in attesa che si liberi in un posto nell'ospedale statale.

Questo libro è la storia vera di Sheila e la "lotta" che la scrittrice ha ingaggiato con lei per farla integrare con gli altri alunni 'speciali' della sua classe. Una lotta per farla comunicare anche per le cose basilari, per carcare di capire come mai questa bambina sia sempre così sporca, puzza di urina, indisciplinata e ribelle, con attacchi di ira improvvisi per poi passare a ore e ore di apatia ferma a guardare il nulla pur di non fare quello che le veniva richiesto, tipo mettersi in riga con gli altri bambini, scrivere sui fogli che sarà il suo più grande ostacolo... Sheyla è una bambina la cui madre è fuggita portandosi dietro con sè solo il fratellino più piccolo, rimanendo sola con un padre ubriacone, che spende tutto quello che guadagna nell'alcol, in una casa fetida e fatiscente, senza accettare l'aiuto di nessuno. Un abbandono che l'ha fatta soffrire e l'ha condannata per sempre a sentirsi un problema, a sentirsi inferiore nonostante abbia un quoziente intellettivo ben al di sopra per la sua età.

Torey farà di tutto per battersi per questa creatura che ormai le ha rubato l'anima, una bimba che ha solamente bisogno di affetto e conforto e rassicurazioni.

Questo è un libro che vi strazierà l'anima, vi verrà voglia di picchiare a sangue prima il padre e poi di andare a trovare la madre di cui non si scoprirà mai nulla per pestarla perchè queste due persone hanno rovinato la vita e l'equilibrio mentale di una bambina di soli 6 anni. Invece di colorare il suo mondo, di renderla felice e di tenerla il più lontano possibile dalle brutture del mondo c'è l'hanno ficcata a forza nel baratro della solitudine e del dolore. Ma è anche la storia di una rinascita, di un percorso doloroso che porterà Sheila a crescere e a iniziare a far pace con se stessa e con il mondo. Al mondo dovrebbero esserci più persone come questa scrittrice e meno madri e padri non degni di essere chiamati così! 

1 commento:

Francy ha detto...

A volte non ci accorgiamo che dietro ai comportamenti, alla mentalità e al modo di porsi di un bambino c'è una storia. E mi sa che quest è davvero straziante.