The Quick. Misteri, vampiri e sale da tè
di Lauren Owen
La notte, James sentiva i gufi veri, fuori, e se li immaginava volare nell'oscurità. A volte udiva il grido di una volpe, un verso inquietante, come un cane che ride. E altre volte un rumore della casa, un sussurro scricchiolante, come se le pareti esalassero un sospiro.
Spesso sgusciava fuori dal letto e attraversava il corridoio fino alla Camera di Charlotte. La trovava profondamente addormentata, con il viso schiacciato contro il cuscino, benché Mrs Rowley, la governante, dicesse che non era normale e che prima o poi sarebbe morta soffocata. James s'infilava sotto le coperte e si stendeva alla rovescia: la testa ai piedi del letto e i piedi verso il cuscino punto Charlotte a volte mormorava qualcosa e scalciava senza gran convinzione, ma poi si riaddormentava, e James pure, i piedi contro la schiena di lei, finché non erano caldi. Rimanevano così tutta la notte, come le pistole nella cassetta foderata d’azzurro nello studio di loro padre, che a James era stato consentito vedere una volta sola, il giorno del suo quarto compleanno.
Al mattino mi piaceva svegliarsi di buon'ora, aprire le finestre della camera di Charlotte e guardare il parco che si stendeva perdite ad occhio intorno ai Aiskew Hall. Vasti prati e giardini bordeggiati da sentieri e grandiose, vecchie piante: querce e ippocastani, faggi rossi, betulle argentate. Si scorgevano tra gli alberi due dossi erbosi, le vecchie ghiacciaie, trasformate in ricoveri per gli attrezzi da giardino e altri arnesi.
In lontananza, il giardino dava l'illusione di essere curato E in ordine, come prima che Charlotte e James nascessero. In passato, in tempi di maggiore prosperità, c'era stato chi se ne occupava: giardinieri e sotto-giardinieri, due guardacaccia, un carpentiere. E c'era persino un autopompa, trainata dai cavalli. Ormai era rimasto solo Griswold, sesantatreenne, torvo e bizzarro. C'era stato un giovane Griswold, un tempo, il figlio, che un giorno avrebbe dovuto sostituire il padre, invece se n'era andato ed era morto (per colpa dei selvaggi, aveva detto Ann, la domestica. E James si era a lungo chiesto dove vivessero, quei selvaggi).
Quando suo figlio se n'era andato, Griswold era rimasto solo a combattere una dura e vana guerra. Sparava i conigli, ma quelli tornavano infestare i prati. I robusti cespugli di rododendro erano ormai cresciuti oltremodo, mentre gli alberi da frutta si erano inselvatichiti e le mele erano di dominio dei merli.
E voi lo avete letto? Cosa ne pensate?
Buona lettura!
2 commenti:
E' in libreria da anni ma non l'ho ancora letto , chissà prima o poi arriverà anche il suo turno.
Un abbraccio
Gabri
Gabriiiii secondo me è il classico libro che va di moda nel periodo in cui si vede in giro per poi finire nel dimenticatoio povero
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